Letteratura, storia e leggenda si mescolano in un intricato mosaico dando origine – realtà o finzione? – al personaggio della Bastola donna e strega – vittima o carnefice? – che, secondo le cronache, nel 1237 provocò un terribile incendio che rase al suolo la città di Gualdo Tadino in Umbria.
Sul tema, alquanto avvincente e avvolto dal mistero, si è sviluppata una letteratura – vale la pena ricordare il libro di Umberto Donati pubblicato nel 1926 con il titolo Bastula poema epico leggendario – e anche io, nel mio piccolo, qualche anno fa ho pubblicato un libro intitolato Bastola. La signora del fuoco:
Nel 1237 un terribile incendio rase al suolo Gualdum (oggi Gualdo Tadino), privando tutti gli abitanti di una dimora e costringendoli a fuggire. La leggenda vuole che ad appiccare il fuoco sia stata una donna misteriosa: la Bastola, che si vendicò in questo modo dei torti subiti. Ma chi era la Bastola?
Francesco Giubilei, giovanissimo scrittore dalle lontane origini gualdesi, racconta la leggenda in un breve romanzo in cui viene ritratta prima di tutto come donna, amante e madre; e solo successivamente come furia vendicatrice, capace solo di distruggere chi l’ha privata di una felicità desiderata, avuta ed invidiata. Una narrazione vivida, coinvolgente, animata dalla passione per la Storia, a rendere omaggio all’umanità di un personaggio leggendario, forse realmente esistito.
Recentemente sono stato contattato da Milena Spigarelli che mi ha informato che sta nascendo un progetto attorno al libro che culminerà in un evento in occasione dei prestigiosi Giochi delle Porte che si svolgono ogni anno a Settembre a Gualdo Tadino.
Oltre a esprimere la mia gratitudine e riconoscenza per questo progetto, con grande piacere pubblichiamo su Scrivendo Volo una poesia di Milena Spigarelli dedicata alla Bastola che mi ha particolarmente colpito.
Francesco Giubilei
LA BASTOLA
di Milena Spigarelli
In un’epoca lontana
quando il viver era crudele
ogni povero sapeva
la sua vita non valeva
Quella sorte tribolata
a nessuno interessava
tanto meno ai signorotti
che vivevan nei salotti
Una sola era la legge
il riccone comandava
e al povero in silenzio
ubbidir toccava
Quei soprusi erano troppi
più nessuno li sopportava
con le truffe si otteneva
ogni sorta di guadagni
Quella donna scellerata
che il dolore ha incattivita
con l’inganno l’han privata
del suo amato e di sua figlia
quel dolore così atroce
l’ha resa ancor più forte
ha tramato la vendetta
e col fuoco l’ha “lavata”
Quando era ormai appagata
su quel rogo l’han bruciata
ma nemmeno un lamento
le è uscito in quel tormento
Le calunnie delle zitelle
che l’invidia avea imbruttito
hanno avuto il lor compenso
ma a nessuna le è giovato
Questa storia è veritiera
e a Gualdo si è consumata
così ogni anno è ricordata
perchè non sia dimenticata.
La morale è presto detta
ogni evento della storia
ci rallegra o ci commuove
a secondo di chi ha onore.
News correlate

Eugenio Montale raccontato attraverso la sua poetica
settembre 12, 2016
Cultura, 6 italiani su 10 non leggono e non visitano musei
gennaio 07, 2016
Scrivere narrativa in Seconda Persona Singolare al Presente… cioè?
settembre 27, 2014